Chi oltre a essere un appassionato di vela, lo è anche di pesca, deve aprire bene gli occhi e prestare molta attenzione alla fotografia di questo pesce, il Lagocephalus Sceleratus (nome scientifico del pesce palla argenteo), che negli ultimi tempi sta invadendo il Mediterraneo. State attenti, perché la sua carne, se mangiata (anche cotta) può avere effetti mortali. Secondo l’Oceanus Research Group questo pesce “è da annoverare fra le peggiori specie invasive del Mar Mediterraneo, con un notevole impatto sull’ecosistema circostante e sul settore della pesca. Il Lagocephalus sceleratus è considerato un serio rischio per i consumatori, contiene una forte tossina chiamato tetrodotossina (TTX) , che può essere letale per gli esseri umani. L’effetto di questa tossina, permane anche dopo la cottura dell’alimento e un avvelenamento da tetrodossina è altamente rischioso: può comportare conseguenze particolarmente gravi per la salute, fino alla morte, che può avvenire dopo poche ore dall’ingestione”.
DA DOVE ARRIVA E DOVE E’ STATO AVVISTATO
E’ una specie aliena nel nostro Mar Mediterraneo: proviene dall’Oceano Indo-Pacifico e pare sia giunto fino alle nostre coste attraverso il canale di Suez Secondo questo gruppo di ricerca, la presenza di Lagocephalus sceleratus è da considerarsi certa nelle acque della Grecia (Dodecaneso, Creta e Cicladi),Cipro, Israele. Anche in Italia ci sono state alcune segnalazioni nel porto di Palinuro (Salerno), a Monopoli e a Capo Peloro (Messina).
LE CARATTERISTICHE DEL LAGOCEPHALUS SCELERATUS
Il prezioso lavoro dell’Oceanus Research Group ha fornito una descrizione dettagliata di questo animale: “Ha corpo oblungo, fusiforme, ricoperto di pelle liscia senza placche o scudetti, ma dotato di spine corte e disposte in serie longitudinali nella regione ventrale, che è rigonfiabile e pieghettata in attitudine di riposo. La linea laterale è marcata e suddivisa in rami che circondano l’orbita e rami trasversali, che si congiungono con la linea laterale o che si diradano verso la zona ventrale. La testa, robusta, ha occhi circolari di grandezza media e aperture nasali minuscole. La bocca è piccola e i denti sono riuniti in due placche dentarie superiori e due inferiori. Può ingerire acqua o aria. Ha una sola pinna dorsale molto spostata indietro e con 13-16 raggi. L’anale è simmetrica alla dorsale ed ha 11-13 raggi. La caudale (15 raggi) ha il margine posteriore incavato e il lobo inferiore più lungo di quello posteriore. Le pettorali sono alquanto robuste ed hanno 14-16 raggi. Le ventrali sono assenti. Il colore del corpo è ardesia o grigio azzurrastro sul dorso, bianco latteo nel ventre. Gli esemplari giovanili hanno macchiette nere sparse nella zona spinosa. E’ una specie pelagica che allo stadio giovanile staziona vicino agli estuari dei fiumi e da adulta preferisce acque tropicali o calde, a profondità tra i 10 e i 100 m, ma può scendere anche oltre i 450m. Perlopiù si sposta grazie alle correnti. Se minacciata, si gonfia ingerendo aria o acqua, che trattiene contraendo gli sfinteri del piloro e dell’esofago e in modo da gonfiare lo stomaco, fino ad assumere una conformazione a a palla. Si nutre sia di detriti che di organismi animali (crostacei e molluschi). Raggiunge i 60 cm di lunghezza totale”.